1984: 8,25/10

Ciao giovani lettori e lettrici del Fanti!

Nel mese marzo abbiamo letto un classico di George Horwell: “1984”. Il libro parla di una realtà futuristica, dove al potere vi è un forte regime totalitario che controlla in ogni aspetto le vite dei cittadini, dall’opinione politica fino agli angoli più recessi del pensiero. La popolazione si divide in una forte gerarchia, al vertice sta il Grande Fratello, un’entità eterna della cui esistenza i fedeli al partito non dubitano, ma che non viene approfondita; segue una piccola parte della popolazione che fa parte del partito, per questo privilegiata, anche se tenuta strettamente controllata dalla morsa del sistema; tutto il resto degli abitanti è in una condizione di misera povertà, abbandonata a se stessa, incapace di ribellarsi al regime.
In ogni casa e in ogni angolo della città, gli abitanti sono sorvegliati da teleschermi che possono captare ogni immagine e ogni minimo rumore. Nelle strade, grandi manifesti che rappresentano il volto severo del Grande Fratello, fissano, attraverso gli occhi del dittatore, tutto ciò che accade, dando un senso di forte oppressione. La lingua tradizionale viene progressivamente sostituta dalla neolingua, nella quale di giorno in giorno si trovano strategie per diminuire sempre più il lessico: limitando le parole, infatti, si limita anche il pensiero. Il regime con questa strategia fa sì che qualsiasi pensiero eterodosso sia impossibile anche solo da immaginare, non avendo lessico per definirlo. In questo mondo distopico la lingua perde il suo scopo principale, comunicare, esprimersi e diventa semplicemente una successione di suoni, il cui significato è ridotto fino all’osso.
Il protagonista Winston Smith, un impiegato del partito, insieme a una giovane donna ribelle, cerca di
opporsi segretamente al regime, non riuscendo ad arrendersi al ciecamente alle ideologie del partito.
Il passato, infatti, viene continuamente occultato o modificato e Winston lavora proprio nel reparto
addetto a ciò. Ai cittadini viene chiesto di dimenticare fatti storici o semplici verità tramite il bipensiero, tecnica della mente che permette di credere con assoluta certezza a cose false, anche se la verità è più che evidente. Il libro ci fa riflettere su quanto è importante la memoria, senza ricordi non siamo niente, non abbiamo un’identità. Ed è proprio questo lo scopo del partito: privare dell’identità, senza di essa non abbiamo né pensieri né ideali, perciò l’obbedienza al regime diventa scontata.
La maggior parte di noi ha trovato il libro lento, in alcune parti, e troppo “storico”, nonostante siamo tutti d’accordo che l’autore, nel passare il messaggio di denuncia ai regimi totalitari, è riuscito nel suo intento. Mentre all’inizio la storia sembra evolversi in modo interessante, si passa alla parte finale tra le sofferenze di Winston e una conclusione che difficilmente si interpreta come positiva, anche se speravamo il contrario.
Se ci riflettiamo, questa realtà che può sembrare assurda, non si discosta così tanto dalla nostra, non siamo forse continuamente controllati nei nostri comportamenti dai social? Il web non ci induce a comprare o a fare cose che di nostra spontanea volontà non faremmo? Il libro ci suggerisce che l’unica cosa che conta per mantenere la propria libertà è continuare ad avere un pensiero indipendente e conoscere il passato, per imparare da errori già commessi ed essere più consapevoli.

Al prossimo libro!😊












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